Francesco Renga: "Non tornerei con i Timoria, sarà un'estate di concerti e musica rock"
08 ago 2012 — Giuditta Avellina
Lo ribadisce più volte, "voglio tornare alle radici, voglio fare rock". L'ex leader dei Timoria,il vincitore di Sanremo, il marito di Ambra Angiolini, il cantante che riempie più i teatri che i palchi dei concerti. Francesco Renga è uno, nessuno, centomila
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Lo ribadisce più volte, "voglio tornare alle radici, voglio fare rock". L'ex leader dei Timoria,il vincitore di Sanremo, il marito di Ambra Angiolini, il cantante che riempie più i teatri che i palchi dei concerti. Francesco Renga è uno, nessuno, centomila. Ma delle etichette se ne infischia. E ha un'indole pacata, inviadiabile, quasi zen. Sia quando ricorda dei tradimenti e delle dleusioni d'amore del passato, sia quando, con la più grande naturalezza del mondo, ti dice di essere "incazzato, indosserei scarponi e mimetica pur di superare le crisi quotidiane".
E per questa estate una nuova avventura, e ancora una ripartenza. Francesco Renga sarà accompagnato dalla sua band composta da Eugenio Ventimiglia alla batteria, Gabriele Cannarozzo al basso, Stefano Brandoni alla chitarra, Stefano Cerisoli alla chitarra, Vincenzo Messina all'hammond, piano e tastiere e Fulvio Arnoldi alle tastiere, chitarra e cori. In scena il suo "T.est Tour", concerto "estivo e di sperimentazione", con una scaletta che mette insieme il meglio di quanto prodotto, registrato e cantato in venticinque anni di carriera, questa volta riletto in una chiave rock ed energica, alla vigilia del nuovo disco di inediti.
Francesco, sarà un'estate in progress per te, quasi un test…
"Lo dice il nome del mio tour. T.Est puoi leggerlo come tour estivo o test. L'idea del T.Est Tour è quella di tornare a fare ciò che ho fatto a inizio carriera, sporcarmi le mani di nuovo. In questi anni ho fatto molti esperimenti, mi sono divertito a spaziare, esplorare, ma volevo tornare a un "sano fottuto rock n'roll". E' un momento particolare per il nostro Paese, più da rock che da orchestra. E poi si tratta pure di un vero e proprio test con me stesso, per capire dove voglio andare, per trarre spunti per la scrittura del mio album di inediti".
Pensi il pubblico sia pronto a questa nuova svolta?
"Questo è un paese che ha memoria troppo breve: quando facevo rock, mi dicevano che ero troppo rock, ora sono troppo pop. Non so come andrà, ma ci sta tutto: ci ho sempre messo la faccia e non ho paura di sperimentare. Solo faccio più fatica a suonare ai concerti piuttosto che riempire un teatro costoso come quello degli Arcimboldi. Quando ho fatto "Orchestra e Voce" sembrava un progetto folle, eppure è andata bene. Dopo di me sono arrivati Sting, Peter Gabriel e molti altri artisti. In realtà non credo abbiano ascoltato il mio disco, ma mi diverte pensarlo".
Oltre al rock, dobbiamo aspettarci anche un ritorno con i Timoria?
"Non credo nelle reunion. Sarebbe deludente soprattutto per i fans, rimarrebbero delusi. Ma non perché siamo cambiati noi, ma perché non sei più lo stesso di quando avevi 16 anni. Non provresti più le stesse emozioni che provavi quando ascoltavi "sole Spento", si chiama crescita e non è un male".
Che estate sarà per te e che dischi dobbiamo recuperare?
"Sarà un'estate rock. E nella mia playlist non potranno mancare Led Zeppelin con "Starway to Heaven", David Bowie con "Ziggy Stardust", Nirvana con "Come as you are", I Coldplay con "Trouble" e i Radiohead con "Paranoid Android".
Una playlist rock, eppure Sanremo è così recente…Pentito delle esperienze al festival?
"Sono sempre stato me stesso, a Sanremo e fuori. Non mi pento di nulla, si tratta solo di un'evoluzione, ogni canzone è accostata a un dato periodo e nel mio tour non ho scartato nessuno di questi momenti, solo hanno un vestito "nuovo", sei musicisti, nessuna base e tanta buona musica".
Che vestito è per te quello di questo momento?
"In questo momento mi sento un paio di pantaloni militari, delle scarpe chiodate e rotte, una maglietta verde e un giubbino in pelle. Il militare è incazzato, come molta gente oggi. E' un sentire comune, e l'artista deve interpretare anche questi bisogni della gente".
Temi e bisogni nuovi?
"Il tema principale dell'album è la vita. Ci sono l'amore, la felicità e i percorsi che implichino una fatica. Troppo spesso questi sentimenti vengono edulcorati e invece a me piacciono i discorsi chiari. Credo che "La tua bellezza" a Sanremo sia stato un passaggio chiave di ciò che volevo esprimere: molto spesso, presi come siamo dalla crisi e dallo spread, non vediamo la bellezza in sè. Quel brano non era dedicato a una donna in particolare, non era per Ambra. In un paese dove ci si dedica tutto, io ho scelto di celebrare una bellezza oggettiva, assoluta. Troppo spesso non la vediamo o la vituperiamo, la calpestiamo, passiamo oltre. C'è molta indifferenza in giro".
Soccomberemo all'indifferenza?
"No, finchè qualcosa ci sorprende, finchè resta vivo l'entusiasmo. Il nostro è un paese alla deriva, che ha mollato gli ormeggi. Ma vedendo i miei genitori so anche che è un Paese dalla grande potenzialità, può avere la forza per rialzarsi, l'ha sempre fatto dal dopoguerra in avanti. E' questione di volontà e speranza, ma anche di ottimismo e voglia di non mollare. Non è un discorso retorico, non credo ci siano maestri o buoni esempi: la rinascita riparte da tutti noi, non sono per il demandare a terzi la responsabilità di ciò che è di tutti".
E nella tua vita c'è stato un maestro?
"I miei genitori, indubbiamente. Anche se mia mamma è mancata presto, credo sia stata fondamentale per la mia sensibilità, la mia crescita. Per il resto non ho mai avuto miti stabili, sono in costante ricerca di ispirazioni".
"Senza sorridere" parla di un limite a tutto ciò che è possibile accettare in amore…
"Non accetto l'ipocrisia. La mia prerogativa e limite in amore è la sincerità, cosa che spesso si paga. Ho fatto grandissimi disastri perché ho sempre detto ciò che penso. E questo vale in amore come nella vita di tutti i giorni, non conosco i secondi fini. E nel mio lavoro la buona fede è una cosa difficilissima da accettare".
E' lecito mostrarsi deboli in amore o bisogna sempre essere incazzati?
"Le mie debolezze sono sempre state il mio punto di forza, credo che un uomo debba costruire l'amore attraverso i limiti. Anche mostrare la pancia, qualche imperfezione, ti rende più forte, non credo al maschio infallibile e freddo. Io al primo posto metto ciò che sento, poi chissenefrega se mi espongo o faccio cazzate. Per me è solo ammettere che ho vissuto fino in fondo un sentimento, stabile o meno che sia".
E con Ambra e i tuoi bambini, è un momento d alti e bassi o piuttosto un buon momento?
"E' un momento felice, molto".
In "Ho ma non ho" però parli di promesse tradite e che ancora tradirai. Alla faccia della sincerità…
"Si tratta di una presa di coscienza. Le promesse vengono tradite perché è nella natura umana, non è questione di sincerità. Ho imparato in 44 anni che la vita può portarti a soluzioni differenti rispetto a ciò che pensi sia per sempre. L'amore non è solo purezza e sincerità ma anche sofferenza e alti e bassi. Ma preferisco il confronto aspro, anche in amore, altrimenti sarebbe tutto troppo prevedibile. La famigliola del Mulino Bianco, che due palle".
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