lunedì 10 febbraio 2014

Il Presidente non vuole più ristrettezze!

Recentemente, al Parlamento Europeo, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha parlato dell’Europa.  All’assemblea plenaria di Strasburgo, dopo essere stato ricevuto con un cerimoniale speciale nell’edificio dell’Europarlamento, ha spiegato che, alle prossime elezioni europee, gli elettori “non sono dinanzi a una scelta fuorviante tra stanca, retorica difesa di un’Europa che ha mostrato gravi carenze e storture nel cammino dell’integrazione, e agitazione distruttiva contro l’Euro e contro l’Unione. Sì, puramente distruttiva, anche se in nome di un’immaginaria altra Europa da far nascere sulle rovine di quella che abbiamo conosciuto. No, i termini della scelta non sono questi”. Nel corso del suo intervento Napolitano ha anche detto che «si ritiene che non regga più una politica di austerità a ogni costo che è stata finora la risposta prevalente alla crisi dei debiti» e ha invitato a non dare un'interpretazione rigida dei parametri europei, auspicando che siano consentiti «investimenti pubblici» su progetti nazionali e internazionali.
Grandioso! Il gran capo ha parlato, ha detto che una politica di austerità non porta lontano, specialmente se buttata addosso a chi ha poco e guarda il calendario e le sue scadenze di pagamento che vanno dalla canonica bolletta della corrente, a quella del gas e in mezzo un altro mare magnum di cosine che servono, tipo un bicchiere di latte al mattino, qualcosa a mezzodì e una minestrina la sera (oddio, si potrebbe pure farne a meno… e di questo passo sarà così che si evolverà l’abitudine malsana di nutrirsi!).
…Una politica di austerità? Ma chi l’ha messa in mezzo ‘sta cosa, non è proprio stato lui il sacerdote e iniziatore di quel tipo di politica? Chi ha messo quel Monti pieno di impegni e altrettanto stipendi come “risolutore” dei problemi italiani se non lui? E, giusto per non fare le cose a metà (forse, caro Presidente, durante la crisi che ci sta attanagliando, a noi, non parlo di Lei, le cose a metà sarebbe auspicabile farle, o no?, tipo metà stipendio a Caio, metà a Sempronio, metà a Tizio…), sì, per non fare le cose a metà, il Presidentissimo, ha nominato Monti senatore a vita, così, ci tocca pagare pure lui. Ma a ‘sti cazzo di senatori a vita, non gli basta il titolo? Non è volgare dargli dei soldi? D’altra parte, a chi si sta parlando, se non al muro.
I sacrifici valgono per tutti tranne che per la casta. E sicuramente non valgono per la casta più casta di tutte: il Quirinale e il suo inquilino.
Da quest’anno, 2014, è arrivato un vero e proprio schiaffo agli italiani: Napolitano si è alzato lo stipendio e ai 239.192 euro che già prende, ne ha aggiunti altri 8.835.  
Per lui, evidentemente, non vale la spending review che investe quasi tutti gli organi dello Stato ad eccezione degli alti gradi della magistratura.
Così il Quirinale, che già costa molto più di analoghe amministrazioni estere, costa ancora di più. Insomma, Napolitano non si è diminuito lo stipendio, cosa che sarebbe apparsa opportuna di questi tempi, ma se lo è pure incrementato.
La nostra Presidenza della Repubblica è tra le più costose al mondo: con i suoi 224 milioni di euro di spese costa quattro volte Buckingham Palace. il Quirinale costa il doppio dell'Eliseo francese e otto volte il cancellierato tedesco. In dieci anni i costi del Colle si sono gonfiati del 91 per cento: fatta la tara dell'inflazione, l'aumento netto equivale al 61 per cento.
Per farsi un'idea più precisa, è necessario sapere che la Casa Bianca costa 136,5 milioni di euro, l'Eliseo 112,5 e Buckingham Palace 57 milioni.
Una volta gli anziani erano i saggi che indicavano la strada alle nuove generazioni, ora, con certa gente che non ha pietà di niente e di nessuno, l’età del ritiro dei remi in barca, è quella delle ruberie legalizzate (ricordatevi, chi guadagna più di 5000 euro al mese, sta rubando anche una porzione della vostra parte!), inoltre dice serafico in giro, che è rimasto per il dovere, ma tutto fa pensare che abbia sbagliato parola: è rimasto per il potere, parola simile, con solo due solo consonanti diverse, ma dal valore semantico lontanissimo.

(A cura di Diego Romero)
Giudizio critico della faccenda, Tempi duri per tutti, ascoltatevi
qui, i "Tempi duri" di Mimmo Parisi, http://www.rockit.it/mimmoparisi/album/tempi-duri/24762








Nessun commento:

Posta un commento