Recentemente, al Parlamento Europeo, il Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano ha parlato dell’Europa.
All’assemblea plenaria di Strasburgo, dopo essere stato ricevuto con un
cerimoniale speciale nell’edificio dell’Europarlamento, ha spiegato che, alle
prossime elezioni europee, gli elettori “non
sono dinanzi a una scelta fuorviante tra stanca, retorica difesa di un’Europa
che ha mostrato gravi carenze e storture nel cammino dell’integrazione, e
agitazione distruttiva contro l’Euro e contro l’Unione. Sì, puramente
distruttiva, anche se in nome di un’immaginaria altra Europa da far nascere
sulle rovine di quella che abbiamo conosciuto. No, i termini della scelta non
sono questi”. Nel corso del suo
intervento Napolitano ha anche detto che «si ritiene che non regga più una
politica di austerità a ogni costo che è stata finora la risposta prevalente
alla crisi dei debiti» e ha invitato a non dare un'interpretazione rigida dei
parametri europei, auspicando che siano consentiti «investimenti pubblici» su
progetti nazionali e internazionali.
Grandioso! Il gran capo ha
parlato, ha detto che una politica di austerità non porta lontano, specialmente
se buttata addosso a chi ha poco e guarda il calendario e le sue scadenze di
pagamento che vanno dalla canonica bolletta della corrente, a quella del gas e
in mezzo un altro mare magnum di cosine che servono, tipo un bicchiere di latte
al mattino, qualcosa a mezzodì e una minestrina la sera (oddio, si potrebbe
pure farne a meno… e di questo passo sarà così che si evolverà l’abitudine
malsana di nutrirsi!).
…Una politica di
austerità? Ma chi l’ha messa in mezzo ‘sta cosa, non è proprio stato lui il
sacerdote e iniziatore di quel tipo di politica? Chi ha messo quel Monti pieno
di impegni e altrettanto stipendi come “risolutore” dei problemi italiani se
non lui? E, giusto per non fare le cose a metà (forse, caro Presidente, durante
la crisi che ci sta attanagliando, a noi, non parlo di Lei, le cose a metà
sarebbe auspicabile farle, o no?, tipo metà stipendio a Caio, metà a Sempronio,
metà a Tizio…), sì, per non fare le cose a metà, il Presidentissimo, ha
nominato Monti senatore a vita, così, ci tocca pagare pure lui. Ma a ‘sti cazzo
di senatori a vita, non gli basta il titolo? Non è volgare dargli dei soldi? D’altra
parte, a chi si sta parlando, se non al muro.

I
sacrifici valgono per tutti tranne che per la casta. E sicuramente non valgono
per la casta più casta di tutte: il Quirinale e il suo inquilino.
Da quest’anno, 2014, è arrivato un vero e proprio schiaffo agli italiani: Napolitano si è alzato lo stipendio e ai 239.192 euro che già prende, ne ha aggiunti altri 8.835.
Da quest’anno, 2014, è arrivato un vero e proprio schiaffo agli italiani: Napolitano si è alzato lo stipendio e ai 239.192 euro che già prende, ne ha aggiunti altri 8.835.
Per
lui, evidentemente, non vale la spending review che investe quasi tutti gli
organi dello Stato ad eccezione degli alti gradi della magistratura.
Così il Quirinale, che già costa molto più di analoghe amministrazioni estere, costa ancora di più. Insomma, Napolitano non si è diminuito lo stipendio, cosa che sarebbe apparsa opportuna di questi tempi, ma se lo è pure incrementato.
Così il Quirinale, che già costa molto più di analoghe amministrazioni estere, costa ancora di più. Insomma, Napolitano non si è diminuito lo stipendio, cosa che sarebbe apparsa opportuna di questi tempi, ma se lo è pure incrementato.
La
nostra Presidenza della Repubblica è tra le più costose al mondo: con i suoi
224 milioni di euro di spese costa quattro volte Buckingham Palace. il
Quirinale costa il doppio dell'Eliseo francese e otto volte il cancellierato
tedesco. In dieci anni i costi del Colle si sono gonfiati del 91 per cento:
fatta la tara dell'inflazione, l'aumento netto equivale al 61 per cento.
Per farsi un'idea più precisa, è necessario sapere che la Casa Bianca costa 136,5 milioni di euro, l'Eliseo 112,5 e Buckingham Palace 57 milioni.
Per farsi un'idea più precisa, è necessario sapere che la Casa Bianca costa 136,5 milioni di euro, l'Eliseo 112,5 e Buckingham Palace 57 milioni.
Una
volta gli anziani erano i saggi che indicavano la strada alle nuove
generazioni, ora, con certa gente che non ha pietà di niente e di nessuno, l’età
del ritiro dei remi in barca, è quella delle ruberie legalizzate (ricordatevi,
chi guadagna più di 5000 euro al mese, sta rubando anche una porzione della
vostra parte!), inoltre dice serafico in giro, che è rimasto per il dovere, ma
tutto fa pensare che abbia sbagliato parola: è rimasto per il potere, parola
simile, con solo due solo consonanti diverse, ma dal valore semantico
lontanissimo.
(A cura di Diego Romero)
Giudizio critico della faccenda, Tempi duri per tutti, ascoltatevi
qui, i "Tempi duri" di Mimmo Parisi, http://www.rockit.it/mimmoparisi/album/tempi-duri/24762
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