venerdì 24 maggio 2013


MIMMO PARISI, L’INTERVISTA: «LE MIE CANZONI PER VOI»



«Sono stati mesi importanti, ho lavorato un sacco di tempo per incidere l’album». Mimmo Parisi si guarda in giro soddisfatto. In fondo è un punto d’arrivo anche il sol fatto di aver arrangiato in solitudine le sue composizioni, al di là dell’eventuale riscontro sociale che il suo modo di porsi comporta.
Con il suo nuovo cd, «Quando Non 6 Totti O Ligabue», Mimmo alza l’asticella. «Le canzoni sono state scritte seguendo uno stile di marca quasi narrativa» spiega a Giornaleblog. «Ho cercato di buttar fuori  tutto quello che avevo nello stomaco, nella testa e nel cuore. E sono riuscito a realizzare 8 canzoni degne di essere chiamate tali. Ho usato strumenti vintage, registrando voci e chitarre in digitale naturalmente, ormai si fa così. Ogni brano, insomma, è figlio del mio sangue».

Nella copertina del cd ci sono più riprese di te stesso. Perché?

«Volevo mostrare le diverse prospettive dell’essere umano. Sarebbe bastata una sola foto, ma inseguivo un’altra idea che invece non si palesava. Avevo altre copertine possibili, tutte con foto singole. Alla fine è prevalsa la scelta che puoi vedere sul cd. Questa rispecchia bene i contenuti dell’album. Esprime forza, istinto, suono ed energia».

Mimmo Parisi

Qual è il filo conduttore di «Quando Non 6 Totti O Ligabue»? 
«La consapevolezza che l’uomo è nemico di se stesso, dà troppo valore a chi non ha necessariamente la capacità che gli viene attribuita: è il famoso meccanismo dell’attribuzione di freudiana memoria. La nostra società è legata a stereotipi vecchi, che ci fanno dimenticare quali sono le priorità. La nuova generazione è chiamata a  cambiare questa situazione. Io lo faccio esprimendo un pensiero sociale in musica, stando dalla parte della gente. Per vivere in un mondo dove ci si possa esprimere e non avere un muro di fronte agli occhi. Voglio dire, un muro fatto di individui che hanno avuto culo nella politica o in qualsiasi altro campo delle attività umane. È ora che scendano dal loro tappeto volante! Ho voglia di guardare al di là».

Immagino che tu abbia dei fan. Cosa pensa di poter insegnare loro?

«Umh, insegnare è una parola grossa, diciamo che se il successo passasse da queste parti, ci farei un giro come si fa sulla giostra. Beh, (ridendo) magari due! Al di là della battuta, direi loro questo: io, che il successo passi dall'Emilia o meno, continuo a scrivere quello che ho dentro anche nella solitudine del mio studio di registrazione, quindi nella vita è importante fare ed esistere all'interno di un contesto che ti rappresenti, fate quello che vi appassiona, l'uncinetto o una nave spaziale, insomma non fatevi legare da quello che piace agli altri. Gli altri hanno la loro vita, voi avete la vostra, chi può dire quale sia la migliore? Poi aggiungerei che il successo è la più grande invenzione dell’uomo, che non esiste. Porto in musica il mio essere in una linea di confine. La cosa che riesco a fare meglio nella vita è rimanere in bilico senza perdere l’equilibrio».

Tuttavia, così ad occhio e croce e giudicando tutto quello che mi hai detto fino a questo momento, tu mi sembri appartenere al paradigma degli artisti maledetti, arrabbiato con il sistema attuale. Sbaglio o un po’ ci ho preso? 

«Sono un musicsta, un cantautore elettrico. Ascolto tutti e tutto, ma nella vita preferisco dare importanza alle cose che valgono per me. Il mio lavoro è fare musica e dire quello che penso. Quando non riesco a farlo, combatto per riuscire comunque a raggiungere il mio obiettivo».

Hai raccontato di essere diventato introverso quando eri molto giovane. E’ ancora attuale questo modo di essere?

«Sì, ma ho imparato a difendermi, perché spesso la timidezza viene scambiata per debolezza. Ho dovuto tirare fuori la voce e il carattere. Nella vita bisogna fare di tutto affinché le paure diventino sicurezze. Io, di queste paure, probabilmente ne ho fatto un lavoro».

Sei sincero, arrabbiato, critico ma anche malinconico. Ho notato questo tuo colore autunnale in «Stella Cadente», una delle tue più sentite composizioni. Hai voglia di dire qualcosa in proposito?
«Nel pezzo si parla proprio di loro, delle stelle del cielo boreale che, quando cadono fanno vacillare chi le ha valutate come fari illuminanti la propria vita, la propria esistenza. Quando diventano stelle cadenti, fuor di metafora, quando la ragazza dei tuoi sogni diventa quella dei sogni di qualcun altro, il buio pesto è a portata di piedi e giri su te stesso accecato dalla sua perdita».
Intervista realizzata da Diego Salvemini-Foto di Marco Letta



Qui http://www.rockit.it/mimmoparisi potete ascoltare e scaricare gratuitamente i brani di «Quando Non 6 Totti O Ligabue»

Questo è il link per il canale youtube di Mimmo Parisi: http://www.youtube.com/user/zakkwil

9 commenti:

  1. I bambini di oggi hanno visto cose che
    Blade Runner non poteva neppure immaginare.
    Hanno visto le torri gemelle di Manhattan
    precipitare nel gorgo dei Pokemon.
    E hanno visto Dragonball -zeta sventolare
    un fazzoletto bianco prima di morire, perché
    un aereo si era infilzato sulla sua testa...
    Mimmo parisi è anche questo, attenzione per tutto quello che accade nel mondo, anzi, essenzialmente questo!

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  2. Dal calcolo e dal compromesso nascono solo amori pesanti.
    Dalle valutazioni dei portafogli,dagli inciuci sentimental-politici-commerciali tra uomo e donna si formano solo coppie pesanti.
    Che sono poi le coppie scoppiate di oggi.
    Gli inseparabili che presto o tardi si separano, dopo le guerre casalinghe,gli afghanistan in famiglia,i "messi insieme" che si sciolgono tra rinfacci,menzogne e corna reciproche!
    Per nostra fortuna c'è gente che scrive parole e note non per far dondolare semplicemente la testa, ma per riempirla. Un abbraccio.

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  3. Ma sta diventando maledettamente difficile innamorarsi, vero?
    Di uno sconosciuto, ovvio;dell'anima straniera; dell'altro che fino a ieri non c'era e oggi c'è.
    Nell'innamorarsi è proprio questo il succo: andare allo sbaraglio,senza indirizzi,coordinate,bussole: ci piace un tale,perchè quando è passato ci è parso una cometa,ed il nostro cielo si è sentito vuoto a metà, si è ritirato,come se al sole venisse a mancare meno la luna,e viceversa. Ma innamorarsi di un album come quello di Mimmo Parisi è ancora possibile, anche perchè lui 'parla' solo quando ne hai bisogno!

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  4. Un uomo che guarda un muro è solo un uomo che guarda un muro; ma se due uomini guardano lo stesso muro e chiedono a Mimmo Parisi che si fa, quello risponderà che bisogna abbatterlo: è il principio di un'evasione. Dal grigio della vita. 'Quando Non 6 Totti o Ligabue' è già un passo avanti verso quel destino e mi piace.

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  5. A commento di "Ma Tutto Cambia" vorrei aggiungere:
    'Ed è di nuovo notte
    Sulle fiocche luci del mio cuore,
    notte che avvolge nel silenzio.
    Il battito del mio cuore.
    Silenzio tetro e terrificante
    che annichilisce ogni speranza,
    tramontata oramai con due semplici parole
    Ti amo!', mi sembra che ci stia bene.

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  6. Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto è la rinascita. Quando ci si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta. Che uno dice: è finita. No, non è mai finita per chi cerca. Bisogna rialzarsi sempre, anche quando non si crede più a niente, anche se non vuole. Anche quando, come in questa splendida canzone di Mimmo Parisi, contenuta nel suo album d'esordio "Quando Non 6 Totti O Ligabue" lei se ne va e tutto cambia, anzi Tutto Cambia! Grande emozione e sincerità per tutto lo svolgersi del brano.

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  7. Mi piaceva anche sentire quel leggerissimo e delicato dolore quando ci salutavamo prima di lasciarci. E nell’arco di tempo da quel momento a quando poi l’avrei rivisto, coltivavo l’amore per lui osservando e vivendo il mondo. Raccoglievo l’amore per il mondo per poterglielo donare e raccontare. Tutto mi diceva che dovevo vivere. Si chiamava nè Totti, nè Ligabue, non l'ho mai saputo e non ho mai avuto il tempo di dedicargli alcunchè di quello che ho scritto pocanzi, ma avrei voluto, se solo fossi stata meno superficiale. Io invece mi chiamo Jenny e l'ho incontrato all'Ikea, ormai tanto tempo fa.

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  8. Non è vero che esiste sempre una scelta giusta e una sbagliata, ho pensato. Possono essere tutte e due giuste o sbagliate, in ogni caso impraticabili contemporaneamente. Comunque sia, le scelte non le possiamo scegliere perchè si presentano solo loro. Voglio dire che per quanto uno possa scegliere, le possibilità date sono sempre poche, e tra quelle poche non è detto che ci sia quella che piace a noi. Tuttavia quelli che trattano il prossimo solo riconoscendoli attraverso il titolo o la fama o qualunque altro aggeggio sociale che li faccia appartenere a un' elite del cavolo, quelli li possiamo non scegliere e tenere a bada e possiamo chiamarli con il loro nome: leccapiedi.

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  9. I dolori più forti, quelli più intensi, quelli che nemmeno si vedono. Quelli che nonostante noi ci mettiamo tutto l'impegno del mondo per scacciarli e non abbatterci; "ci mettono a terra" senza scampo. I dolori più forti ce li portiamo dentro e nemmeno il tempo riuscirà a cancellarli. Tuttavia bisogna che la strada venga percorsa con un minimo di serenità. Poi bisogna accettare le asperità. Ciao Mimmo.

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